Secondo il dizionario De Mauro-Paravia il padrone è
1a. chi ha la proprietà e il possesso di un bene;
1d. estens., chi possiede un animale, lo alleva e ne ha cura.
Ok, il dizionario dice che usarlo per gli animali è un'estensione del significato primario, e quindi il senso non è necessariamente quello attribuito al significato primario.
Quanto suona male, però, dire che sei il padrone di un cane, di un gatto, di un qualsiasi animale. Il padrone lo comanda, l'animale. Decide per lui, anche contro la sua volontà. Verissimo, altroché, insomma, non è che un cane riesce a gestirsi da solo in un contesto di vita civilizzata. Non è che il cane decide di fare un rogito e comprarsi un appartamento, andare all'IKEA ad arredarlo e cercarsi un lavoro per il sostentamento. Quando l'umano lo adotta si spera che si prenda cura di lui.
Mi chiedevo se tuttavia non sarebbe più giusto chiamarlo 'compagno di vita', il padrone del cane. Alla fine è così. Compagno di vita, amico, compagno di ventura, a limite capobranco. E chi più ne ha più ne metta. Perché se a un animale vuoi bene, non sei mica il suo padrone. Ci vivi, ci parli, addirittura, e con l'animale condividi molte esperienze. Da amici. Alla pari, per quanto possibile. No? Padrone è una parola che senza dubbio stona con l'amore che si nutre per un animale.