mercoledì 12 ottobre 2011

Della stomatite infantile

Oggi posso dare un merito a Facebook, strano ma vero. Perché grazie a un'amica ho avuto flash di ricordi spiacevoli, ma anche lo spunto per un post. La tipa in questione ha pubblicato un vecchio spot del galletto Vasleuplga (non voglio dare la parola chiave a Google per regalare pubblicità al marchio, ma il nostro cervello lo riconosce lo stesso) in cui tutti i commensali felici cantavano, col microfono e seduti a tavola, che quello era il pollo più buono di sempre.
Io quel maledetto galletto me lo ricordo per ben altri motivi, nella fattispecie: stomatite aftosa infantile (andatevela a cercare).
Avrò avuto sì e no otto anni e soffrivo come un cane per la febbre e perché quelle maledette bolle in bocca e sulla lingua mi avevano praticamente tolto ogni possibilità di cibarmi di alimenti diversi dal tè con biscotti spappolati, dal gelato o dai frullati insipidi che mandavo giù a fatica. Sì, perché i cibi troppo saporiti andavano tassativamente evitati: tra le varie cause della stomatite, infatti, può esserci anche un consumo eccessivo di cibi piccanti o acidi, almeno così mi dissero, e io ero un'incontenibile aficionada del salame.
A parte il dolore e le possibili quanto improbabili imprecazioni di bambina (forse dicevo "porca paletta!", o forse piagnucolavo e basta), io ricollego quella settimana di tribolazioni alla compagnia continua di mia nonna, a una tuta verde e a tantissima tivù (qualcosa dovevo pur fare). In particolare, ho il ricordo del galletto Vasleuplga. Non dimenticherò mai quella bestia di pubblicità su Canale 4+1 (il conto fatevelo), in cui qualcuno usciva dalla cucina con un piatto fumante e lo portava a tavola a un uomo aitante che esclamava: "Non ho mai visto una coscia così soda!".
A quella pubblicità seguiva un'acquolina in bocca notevole, che mi faceva anche quella male per le bolle, diamine, e il viaggio ripetuto da mia nonna che se ne stava quasi sempre in cucina, per dirle: "No', appena guarisco ce lo facciamo quel polletto, vero?", con lei che rispondeva pacifica: "Ma che quello, quello è finto, ti cucino uno dei nostri che è bello tosto".
Ecco, io ora non riesco a rintracciare quella pubblicità nemmeno su YouTube, e questo mi scoccia assai. Grazie, però, amica di Facebook, per il ricordo nostalgico/bittersweet.

Nessun commento:

Posta un commento