Avrò avuto sì e no otto anni e soffrivo come un cane per la febbre e perché quelle maledette bolle in bocca e sulla lingua mi avevano praticamente tolto ogni possibilità di cibarmi di alimenti diversi dal tè con biscotti spappolati, dal gelato o dai frullati insipidi che mandavo giù a fatica. Sì, perché i cibi troppo saporiti andavano tassativamente evitati: tra le varie cause della stomatite, infatti, può esserci anche un consumo eccessivo di cibi piccanti o acidi, almeno così mi dissero, e io ero un'incontenibile aficionada del salame.
A parte il dolore e le possibili quanto improbabili imprecazioni di bambina (forse dicevo "porca paletta!", o forse piagnucolavo e basta), io ricollego quella settimana di tribolazioni alla compagnia continua di mia nonna, a una tuta verde e a tantissima tivù (qualcosa dovevo pur fare). In particolare, ho il ricordo del galletto Vasleuplga. Non dimenticherò mai quella bestia di pubblicità su Canale 4+1 (il conto fatevelo), in cui qualcuno usciva dalla cucina con un piatto fumante e lo portava a tavola a un uomo aitante che esclamava: "Non ho mai visto una coscia così soda!".
A quella pubblicità seguiva un'acquolina in bocca notevole, che mi faceva anche quella male per le bolle, diamine, e il viaggio ripetuto da mia nonna che se ne stava quasi sempre in cucina, per dirle: "No', appena guarisco ce lo facciamo quel polletto, vero?", con lei che rispondeva pacifica: "Ma che quello, quello è finto, ti cucino uno dei nostri che è bello tosto".
Ecco, io ora non riesco a rintracciare quella pubblicità nemmeno su YouTube, e questo mi scoccia assai. Grazie, però, amica di Facebook, per il ricordo nostalgico/bittersweet.
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