venerdì 2 marzo 2012

Sarà capitato anche a voi... di avere una mamma NO-lettrodomestica


È sulle note di questa canzone allegrissima di Mina che voglio scrivere questo post. Perché lo ammetto: nei giorni passati avevo una parola in testa che non mi lasciava in pace: la mamma NO-tech. Poi però ci ho riflettuto su: il no-tech vuol dire che non sei pòpo pòpo pe' niente tecnologico, mentre lei non è così antica.
Segue abbastanza bene, anche se a suo modo, gli sviluppi tecnologici. È giovane dentro, nonostante certe convinzioni che ovviamente, per differenza generazionale, è impensabile condividere... e devo dire che è anche piuttosto al passo coi tempi, considerando che non gliene sfugge una e che smanetta non c'è male con PC e cellulare, cimentandosi ultimamente anche nell'impresa iPad. I concetti di micro-SIM e di 3G le vanno ancora un po' stretti, ma diciamo che in ambito tech può insegnare ad altri come comportarsi.

La mia, piuttosto, è una mamma NO-lettrodomestica, eh sì. Detta anche anti-elettrodomestici. Quelli che usa sono di base: lavatrice, phon, forno e quando non può farne proprio a meno, sbattitore e frullatore. Quelli che hanno segnato l'arrivo del progresso. Si sono evoluti, hanno fatto la loro strada, ma di quello che è venuto poi, lei non ne ha voluto sapere. E nonostante io provi continuamente a portarla sulla strada della facilitazione casalinga, niente, non c'è verso, lei è rimasta addietro. 
A casa nostra, da quasi trent'anni ormai, non c'è mai stato posto per una lavastoviglie, perché la cucina è di dimensioni limitate. Indi per cui, da noi si lavano sempre e dico sempre i piatti a mano. E va be'.
Il tostapane è stata una mia invenzione di 7/8 anni fa; ce n'era già uno arrivato coi regali di nozze, ma era uno di quelli che hanno le pinze per la fetta di pane, mentre a me piaceva vedere quel saltino che solo la molla può regalarti. Comprato a circa 19 euro al negozio, lo uso solo io. Lei il pane lo tosta nel camino, se è acceso, oppure me lo chiede, ma da sola non lo fa.
La macchina del caffè? Di quelle a casa siamo già alla seconda. Risiede in un angolino (l'unico disponibile, a dire il vero) accanto al piano cottura, ed è a cialde. Ma se non l'avessi ordinata io, così come se non fossi stata io a richiedere la prima, regalata per un anniversario di matrimonio, non l'avremmo di certo avuta. Noi, solo moka usiamo.
L'aspirapolvere? La prima la comprò mio fratello per aspirare la macchina, dopodiché io la trasferii a casa usandola fino a necessità sopravvenuta in cui serviva nell'altra casa. E l'ho sostituita pochi mesi fa con una bella Colombina azzurra. Mai, però, che le sia venuto in mente di adoperarla per le pulizie quotidiane. Scopa  e panno di lana, oppure scopa e Swiffer, oppure solo scopa. "Ma', perché non usi l'aspirapolvere anziché perdere tempo e fatiche?", le chiedo regolarmente, e lei regolarmente risponde: "Perché mi sa scomoda". Caz. Se è scomoda l'aspirapolvere, andiamo bene. E pensare che io la vedo come chili e chili di lanugine in meno, come una dea del sabato mattina che ti permette di vedere uno spiraglio di sole e di risparmiare nel tempo quintali di stracci. E va be', anche qui.
Il condizionatore non serve. Al massimo mi sono concessa un ventilatore per la canicola d'agosto, ma di certo si preferisce aprire porte e finestre anche a 40 gradi "per far circolare l'aria".
Il frullatore, anzi per essere precisa, il robot da cucina, ha conquistato un posto accanto alla macchina del caffè solo qualche tempo fa. E ogni tanto, devo essere onesta, viene anche utilizzato: lei riesce addirittura a grattugiare il parmigiano lì. O a tritare la carne. E beh, niente non è, si dice a Terni. E lo stesso vale per il minipimer, utilizzato solo per passare il minestrone bollente.
Il bollitore? Per carità. Che Dio ce ne guardi bene. Che serve a poco lo so anche io, che però lì è proprio carino...anche questo lo so.
Ultima mia scoperta, che tutto sommato sta dando le sue soddisfazioni in casa, prima di vedere quanto inciderà sulla bolletta, la macchina del pane. Mia madre arriva anche a dire "Non l'ho usata perché mi piace mangiare anche quello che prendiamo alla panetteria, di pane". Alé.

Guardando la schiera di elettrodomestici con cui ho stra-riempito ogni cantuccio utile della cucina, mio padre dice ridacchiando: "Non so come ma riesci a farcele entrare tutte, queste cazzate", mentre dalla mamma vengo sempre accolta con un rassegnato: "E mo' vojo vede' questa do' la mettemo".
Io lo so dove metterla, perché il posto lo trovo sempre. E nella mia mia casa avrò pure un cesso in meno, ma devo avere un piano di 12 metri con mille prese Schuco e kilowattaggio industriale per esporre in bella vista tutte le cazzate che userò per cucinare. Ecco.

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