martedì 27 settembre 2011

Break needed

Dalle mie parti tutti i bambini conoscono da sempre una filastrocca cantata che recita:

Sotto il ponte di Baracca
c'è Mimì che fa la cacca
la fa dura dura dura
il dottore la misura
la misura trentatré
uno, due, tre.

A parte che io, non so per quale motivo, ho sempre pensato a questa scena in inverno con Mimì che fa la cacca tra la neve. Bah.
Domande dubbi idee supposizioni eccetera.

  1. Quanti anni ha Mimì?
    Secondo me è un bambino di circa quattro anni, ma possibile che un bambino vada da solo in giro a fare la cacca? (E nel mio caso, soprattutto in inverno e fra la neve?)
  2. Il ponte di Baracca esiste?
    Ebbene sì. Baracca è un posto in Piemonte. Cavolo. Io pensavo che fosse in Umbria e soprattutto ero indecisa sul fatto che fosse un vero ponte o un ponte fatto con i pezzi di una baracca. Due lamiere messe così, a U rovesciata, e facevano il ponte. Sotto a cui Mimì, ovviamente, faceva la cacca.
  3. Il dottore.
    Perché il dottore dovrebbe scomodarsi a misurare la cacca di uno che se ne va in giro per fatti suoi (a farla a quattro anni fra la neve)? Mimì era forse la cavia di un esperimento medico? Mimì si sforza, "aaaargghhh!", fa questa benedetta cacca e da dietro l'angolo sopraggiunge un medico in camice bianco, che spunta dalla destra dello schermo come il Lucarelli di Voyager della situazione e con un non ben definito (vedi sotto) strumento in mano e lo sguardo ammiccante dice: "Ora misuriamo la caccaaaa!"...
  4. La misura trentatré.
    Con cosa il dottore la misura? Cronometro? Metro? Termometro? E trentatré cosa? Trentatré secondi mi sembra un tempo di cacca da record. Mai cronometrato il mio tempo, ma trentatré secondi credo siano proprio troppo pochi per tutto il processo bagno-cacca-bidet (va be' che lui all'aperto non se lo fa il bidet), eccetera eccetera. Trentatré centimetri, se Mimì fosse un bambino, sarebbero un'enormità. Certo, anche se fosse un adulto dovrebbe avere il fiato di un apneista, la forza di Hulk e qualche serio problema intestinale. Trentatré gradi Celsius? Ma a che ci serve sapere la temperatura della cacca? Forse allora è vera l'ipotesi di prima, e cioè che Mimì fa da cavia per un esperimento medico. Trentatré millimetri (come suggerito da altri?) o trentatré grammi? Allora Mimì è un animaletto. Una capra, una pecora, roba così. 
Sì, ci sono: Mimì è una pecora e il dottore è il veterinario che deve visitarla. La pecora è scappata perché aveva paura del veterinario, il veterinario le è corso dietro e non riuscendo a visitarla si è accontentato di prendere quel campione da trentatré. E poi la pecora dalla paura non ha visto bene i bordi della stradina, lo zoccoletto le è scivolato lateralmente sul fango ed è finita nel fiume. 

Ma guarda tu che storie succedono solo per fare una cacca.

domenica 18 settembre 2011

Affermazioni oggettive sulla Lega Nord

"Noi siamo un partito politico, tutti gli altri sono archibugi e inciuci". 
Dal loro punto di vista e nella loro pazzia, secondo me quelli della Lega Nord hanno ragione. Crederanno pure in un progetto assurdo, razzista, secessionista e quant'altro, ma almeno ci credono (almeno finché Bossi non schiatterà). 
A noi altri giovani moderati, cresciuti da genitori che un'ideologia ce l'avevano ma che non sono riusciti a trasmetterci del tutto, complici anche i poco seri rappresentanti venuti dagli anni '80 in poi, resta da scegliere tra un fantoccio truccato e puttaniere che vive in un mondo tutto suo attorniato da scellerati, o una schiera di indecisi inchiodati alla poltrona che, tutti amici di qua tutti amici di là, guai a chi mette piede nel loro orticello.

Utopisti, bambolotti o falsi perbenisti. Ecco la nostra Italia politica. 


mercoledì 14 settembre 2011

Ciao, Toby!

Compagno di vita da quel giorno di maggio 1997, fino a ieri. 
Grazie per il viaggio insieme, Tobino bello, nessuno potrà mai sostituirti!




mercoledì 7 settembre 2011

E tu di che forma sei?



Tempo fa mi ritrovo dal parrucchiere con un numero di Cosmo fra le mani. Tra consigli su abiti, profumo, trucco, e menate psicologiche tipicamente femminili, ecco che ti spunta un trafiletto che parla della forma. Non della forma fisica, non della forma della borsetta, non della forma di labbra, viso endcò, bensì della formina che ci piace avere lì, proprio lì, nonché offrire (ove possibile) al(la) partner di turno.
Le formine illustrate sono varie, e vanno dalla più famosa alla più dolorosa. Da uno look nature all'altro, partendo dal cespuglio incolto per arrivare allo stile baby, passando per la strisciolina brazilian e per il triangolo accuratamente disegnato.
E se dentro di me penso finalmente, qualcuno scrive anche di questo, mi sorprendo anche a leggere quanto scritto sull'associazione formapatatina-formadelcorpo, che ovviamente su di me non corrisponde (toh, che strano!, ma anche: pace!). Sì, perché sembra facile ma non lo è. Secondo l'articolo, a ognuna di noi sta bene una forma.
Il cespuglio, a quanto pare, è un passe-partout. Sta bene a qualunque età, su qualunque corpo, di qualunque altezza bassezza magrezza o grassezza. E graziearca'. Fin qui ci arrivavo anche io. Se la natura ce l'ha messo così vorrà forse dire che così dev'essere? Almeno l'autrice si premura di consigliarci di dare una sfoltita. Grazie. E speriamo che tutte lo facciano, anche se ho i miei dubbi.
La strisciafiammifero-brazilianwax è sconsigliata alle cicciottine, perfetta solo per chi ha la pancia piatta: sembra infatti che allarghi le forme.
Il triangolo bicchieremartiniconoliva, sapientemente scolpito, aiuta chi ha i fianchi larghi a dare meno nell'occhio.
Il look total nude, infine, è da vere coraggiose, è per chi osa.
Al di là di ogni forma e delle possibili ideali varianti che una donna possa apprezzare, forse nella nostra epoca di pseudoemancipate è proprio l'ora di fare un po' di informazione in merito. Perché mi è capitato di incontrare donzelle e meno donzelle che alla domanda E tu come la porti? spalancano ancora gli occhi quasi a dire Perché, scusa, tu ci metti anche le mani?. Alla faccia del duemilaundici. Va be' che c'è ancora chi ha i peli delle ascelle e anche i baffi e le sopracciglia incolti. Va be', sì, se stiamo a guardare c'è proprio tutto in giro. Anche le estetiste antiche, grette e meschine, che se gli chiedi un inguine totale pensano subito che sei una che fa chissà quali numeri. Sì, mi è capitato. "Quanto sgambiamo, il necessario?" E scusa, che cos'è il "necessario"? È come il "normale": chi la fa la norma? Lo dico sempre io, largo ai giovani.
Certo, chi sceglie di andare oltre l'evergreen boscofolto sa benissimo che si addentrerà ben presto in un altro luogo oscuro, quello dell'eterno dilemma: vado di cera o vado di rasoio/creme? Chiunque converrà con me che la cera è dolorosissima, ma che fa comunque un liscio da mille e una notte. Il liscio agognato, sognato, desiderato. Eh, che liscio, con amicacera. Il rasoio è ok, ma pruriginoso, e lo lascerei per i casi limite, onde evitare di ritrovarsi camminare per la strada come una ballerina di salsa con tic nervosi. Usando Venere e Wilkins solo per un'aggiustatina urgente, se proprio dovesse essere richiesta. Insomma, bisognerebbe anche non essere troppo rigide con se stesse e soprattutto, se l'acconciatura è fatta su desiderio/per piacere altrui, cavolo, abbiate pazienza che senza ricrescita non si ha liscio. Sì, essere un po' originali costa fatica e costanza, soprattutto se l'area è naturalmente estesa.
Il dibattito con me stessa e con altri che ho sviluppato dopo la lettura dell'articolo è: quanto è fondamentale l'acconciatura per noi e per chi usufruisce del nostro bene prezioso? Quanto cambia fra un'amicapatata con capelli, con riga, con riporto, treccine o addirittura calva?
È scontato che quella più curata fa molto più chic di quella con pelo che sgomita voluminoso. Come andare a un colloquio in tailleur o abiti bon ton, oppure in divisa universitaria jeans maglietta e kefiah. Che ci si senta più o meno in ordine, più o meno attraenti, più o meno seducenti... Insomma, la differenza c'è, eccome. Ma trasandatezza a parte, quanto impatta veramente sull'occhio del pubblico il capello di un'amicapatata? In termini numerici, dico, di statistiche. Quanto le condizioni estetiche della signorina influiscono sulla vita delle persone? Quanti la vogliono così o cosà, quanti se ne fregano totalmente, e quante cedono al taglio o lo fanno solo per amor proprio, per ternersi "a posto"? L'amicapatata depilata ci rende davvero emancipate?
Urge sondaggio. Quasi quasi mi faccio aiutare da Susannasociologa a somministrare un questionario. Mi sa di sì. Vado!