martedì 20 marzo 2012

Un daino incompreso

Scena di ieri sera a cena.
Anche lui fa: "Ma che stai a di'?"
Mio padre: "Oggi ascoltavo alla radio una battuta che mi ha fatto proprio ridere. Un daino si sveglia e va dal dottore, e dice che da un mese ha un incubo: sognava di fare il lavavetri".

"Ah ah!!", fa in coro la tavolata.

E io zitta.

Mio padre: "Capito perché? Daino - pelle di daino - lavavetri. Carina, no?"

E io: "Ah, pensa te. Io stavo ragionando sul fatto che il daino aveva gli incubi perché con gli zoccoli, visto che non ha il pollice, non riesce a tenere la spazzola del lavavetri in mano...."

Mio fratello mi guarda e dice: "Tu c'hai una mente complicata. Ma che ragionamenti fai per una cazzata così?"

Tutti ridono.

E io mi stupisco ancora una volta di quanto riesco sempre a complicarmi la vita senza motivo.

giovedì 15 marzo 2012

Sentenza LGBT

Io direi che era ora.
Non cambierà il mondo, per adesso, e darà il coraggio a tanti saputoni di sparare sentenze a zero.
Ma a piccoli passi, si procede comunque.
Da oggi, finalmente e grazie a una sentenza della Cassazione, la coppia gay ha il diritto legale a ricevere un trattamento omogeneo a quello assicurato dalla legge alla coppia coniugata.

Disintossicarsi dagli smartphone... ecco come sta andando...

Caro Boss, mio amico smartphone abbandonato girando il volto su un lato, a occhi chiusi, porgendo la mano alla commessa, col vuoto dentro.
È proprio vero che anche se tu sparisci, il mondo va avanti lo stesso. 
Io ho dovuto provarlo sulla mia pelle con te, necessità sopravvenuta. 
Però non ti nego che non vedo l'ora di riabbracciarti. Non te ne sarai accorto, ma ieri pomeriggio ho anche provato a contattare il negozio, con esito negativo, per sapere se eri tornato. 
Oggi sono ancora in compagnia dell'utilissimo HTC che mi consente di controllare la posta quando sono in giro, di cercare a stento qualche info via Internet, ma mi manchi da morire. La reflex è bella, ma per immortalare il tavolo delle conferenze stampa pesa troppo ed è ingombrante. Sto twittando sempre meno, e sopperisco alla tua mancanza con iPod, ma non è la stessa cosa.
Insomma, datti un po' una mossa che è ora di tornare all'ovile.....
Teoricamente, facendo il conto alla rovescia, lunedì sarebbero trascorsi i 15 giorni. 14 per l'esattezza, 15 se contiamo il giorno zero. Diciamo che se per mercoledì non sei ancora tornato, inizio seriamente a preoccuparmi.

sabato 10 marzo 2012

Disintossicarsi dagli smartphone... così prosegue 2

DETOX DA SMARTPHONE GIORNO 2
All'HTC Tattoo non mi abituo. Mi manca troppo il mio amichetto tutto nero e tecnologico. Chissà se veramente ci vorranno 15 giorni oppure, magari, sarò fortunata e tornerà prima. Oggi ho seguito una conferenza stampa e una premiazione. E mi è mancato, diamine se mi è mancato! Comics, Manga & Co., che inizia sabato e dura fino al 9 aprile, è un evento che meritava senza dubbio un tweet. Terni è piccola e bisogna diffondere le notizie buone. Ma io non ho potuto farlo, o almeno non prima di tornare a casa, perché non c'era lui.
Non mi abituerò, no che non lo farò.

DETOX DA SMARTPHONE GIORNO 3
Sono passati solo 3 giorni più il giorno 0 da quando ho lasciato Boss al negozio di assistenza, ma a me pare un'eternità. Senza il trillo della mail che arriva mi sento costretta a stare incollata al pc in ogni momento. Giro per casa e fuori con una marea di dispositivi mobili di cui ognuno ha il suo compito. Uno è telefono cellulare, uno è solo Internet wi-fi, uno è solo computer... e no, l'iPad non lo uso, ho detto di no, e per due motivi. Uno è che l'ho ritenuto sempre un aggeggio inutile, quindi non è che ora mi risolverà la vita, e due perché è anche il rivale di una vita di Boss. Samsung vs. Apple. Ti pare che per esigenza vado  a chiedere un favore alla Apple? Manco per sogno.
Oggi, a Terni, c'era l'arrivo della terza tappa della Tirreno-Adriatico. Bella giornata, evento da descrivere a livello social. Ma niente, eh no, niente. Guarda tu se proprio ora mi manca il Galaxy. 

Non credo che senza smartphone si viva bene, non dopo che ce l'hai avuto, non se ci lavori, non se quando l'hai comprato ti sei tolto un braccio, ma emozionato e commosso, perché era la tua prima grande dichiarazione d'amore tecnologica. Magari, visto che è venerdì, la situazione non è così tragica e forse il weekend scorre via bene. Forse.

giovedì 8 marzo 2012

Disintossicarsi dagli smartphone... così prosegue

DETOX DA SMARTPHONE GIORNO 0 - AGGIORNAMENTO
Ho vagato come una pazza alla ricerca di un sostituto, ma nessuno si è dimostrato valido. Ho provato con iPad che odio, con iPod che mi sembra un telefono mancato. Ho cercato di usare il mio notebook quanto più possibile, tenendo presente che anche lui è un dispositivo mobile. Ma non c'è niente che plachi la mia fame di smartphone. 

DETOX DA SMARTPHONE GIORNO 1 
Niente di nuovo. Mi manca. È stato strano svegliarsi con un'altra sveglia. Boss mi manca. Mi manca che io non riesca mai a trovarlo, mi manca quel suo schermo che mi fa gli occhioni, mi manca il dover usare sempre e comunque l'auricolare per non assordare i destinatari della mia chiamata. 
E cosa che più mi manca, non posso twittare. Senza l'uccellino blu sembra che il mondo non sappia più della mia esistenza. Eppure avrei tante belle cose da dire! In effetti ho scritto su Twitter, ma dal PC. Cioè. Twitter al PC non è la stessa cosa. Tornare a casa con 140 caratteri da scrivere non dà proprio gusto. Io voglio immortalare le mie impressioni qui e ora, e non lì e fra un paio d'ore.  
Una buona notizia è stata sentire dal mio amico Simone che può rimediarmi uno smartphone, l'HTC Tattoo, dismesso da suo fratello per passare a uno più nuovo. Non vedo l'ora di riceverlo stasera a cena, sperando che riuscirà almeno in parte a colmare il vuoto. Boss, torna!!!!!

DETOX DA SMARTPHONE GIORNO 1 - AGGIORNAMENTO SERALE 
L'HTC Tattoo è carino, piccolo, decisamente meglio di niente. A caval donato non si guarda in bocca (non come diceva mio fratello, che a Cavaldonato (provincia di nonsoché) non si guarda in bocca. Quando fece questa gaffe scoprimmo tutti che a casa mia la prerogativa è stata sempre quella di avere una rotella in meno, o spostata). Il mio cavallino Tattoo però è un po' agé, diciamo che vado a dormire con la voglia di prendermi un iPhone 3G usato domattina dal primo che me lo propone. Fiuuu.

martedì 6 marzo 2012

Disintossicarsi dagli smartphone... non è possibile

Un sosia di Boss (lui è insostituibile)
Sarà... ma le mie prime ore senza smartphone sembrano come l'inizio di una dieta. 
Che vuoi comprare tutto il mangereccio che vedi. Che ti vanno anche gli yogurt che fino al giorno prima non compravi. Che ti sembra che la fame sia una sensazione nuova.
Oggi che ho spedito il mio Galaxy SII in garanzia, sapendo che dovrò aspettare almeno 15 giorni per riaverlo, mi sento un po' vuota. L'estensione naturale della mia mano è sparita. Il pezzo di me che mi accompagna dalla colazione alla cena fin dentro il bagno non c'è. 
Ha avuto un bel da fare Beppe Severgnini a impegnarsi nella disintossicazione dal Web durata una settimana, e ben descritta nell'articolo Sette giorni fuori Rete, che somiglia un po' anche al diario, appunto, di chi si sottopone a una terapia. Diario dell'alcolista, diario alimentare, diario da smartphone. Lui però aveva deciso di tentare l'esperimento, e fortunatamente per lui ha potuto raccontarlo anche in tivù, mentre io ho dovuto abbandonare necessariamente il mio adorato schermo Amoled da 4,2", dove col dito prensile, se tengo il telefono su una sola mano, non riesco bene nemmeno a premere gli angoli in alto a sinistra del tastierino QWERTY. E non mi paga nessuno per le mie sofferenze.
Mi è pure passata per la testa l'idea di fermare questi giorni descrivendoli nel blog. Non per copiare Severgnini, che pure stimo e che se le fa venire prima le idee, ma giusto perché così a posteri (ma anche durante l'agonia) mi faccio, e regalo ad altri, qualche sonora risata. 
Buona guarigione Boss (sì, la mia estensione tech si chiama così: e non c'è da stupirsi che mi manchi, visto che si chiama). E cerca di rientrare prima dei 15 giorni di convalescenza.

DETOX DA SMARTPHONE: GIORNO 0

Porto il mio adoratissimo Samsung Galaxy SII in garanzia dopo soli 7 mesi dall'acquisto. Il danno c'era dall'inizio, ma ero troppo felice di averlo fra le mani e addosso e nella borsa e in ogni dove che non ho mai avuto il coraggio di separarmene. Le sue foto coloratissime, la sua predisposizione per Google e la sua eleganza sono entrate nella mia vita come succede quando si compra una macchina. Anzi, di più: lì dentro -l'ho scoperto oggi quando ho fatto il backup- c'è molto della mia vita. E circa 600 foto, che quando ho visto il totale ho detto: "Azz! Ma quando le ho fatte tutte queste?".
Dopo aver chiuso una telefonata con Antonio, entro nel negozio in via del Raggio vecchio, indirizzo a cui sapevo di dover arrivare, prima o poi, e dico: "Ciao, porto lui in assistenza". E spiego i problemi. "Se telefono senza auricolare, chi riceve sente un'eco di tutta la chiamata. Quando scollego l'auricolare, si apre l'applicazione della musica e parte la prima canzone (di Tiziano Ferro, La differenza tra me e te, ma questo non gliel'ho detto). E ogni tanto il software si impalla". Mostro fattura di acquisto, ok, è in garanzia, ci vogliono almeno 15 giorni. "Così tanti?", dico. "Eh sì", mi risponde la commessa dalle unghie viola, che quando l'ho vista voler aprire il coperchietto posteriore con quegli artigli ho detto: "Prendi qualcosa per far leva, che si spezzano: già sperimentato". Sono stata pure gentile. E lei, invece, no. Mi ha risposto seccata che non aveva neanche uno straccio di telefono sostitutivo, nemmeno a pagamento. "E ora come faccio?", e lei: "Non lo so, mi dispiace". 
Cronaca di un abbandono triste.
E cronaca di un pomeriggio che passa tra il lusco e il brusco alla ricerca di un sostituto temporaneo che possa fare almeno da palliativo alla mia mancanza. 
Ho messo un post su Facebook e uno su Twitter, "Cercasi disperatamente smartphone in prestito (e a buon rendere) perché il Galaxy s'è preso 15 giorni di ferie". Non potevo certo scrivere che si è ammalato. Lui è un signore, e va in vacanza ai tropici. Però ancora niente, peccato. Speriamo che qualcuno si muova a compassione, ché con il non-smart phone io già non so più starci.

venerdì 2 marzo 2012

Sarà capitato anche a voi... di avere una mamma NO-lettrodomestica


È sulle note di questa canzone allegrissima di Mina che voglio scrivere questo post. Perché lo ammetto: nei giorni passati avevo una parola in testa che non mi lasciava in pace: la mamma NO-tech. Poi però ci ho riflettuto su: il no-tech vuol dire che non sei pòpo pòpo pe' niente tecnologico, mentre lei non è così antica.
Segue abbastanza bene, anche se a suo modo, gli sviluppi tecnologici. È giovane dentro, nonostante certe convinzioni che ovviamente, per differenza generazionale, è impensabile condividere... e devo dire che è anche piuttosto al passo coi tempi, considerando che non gliene sfugge una e che smanetta non c'è male con PC e cellulare, cimentandosi ultimamente anche nell'impresa iPad. I concetti di micro-SIM e di 3G le vanno ancora un po' stretti, ma diciamo che in ambito tech può insegnare ad altri come comportarsi.

La mia, piuttosto, è una mamma NO-lettrodomestica, eh sì. Detta anche anti-elettrodomestici. Quelli che usa sono di base: lavatrice, phon, forno e quando non può farne proprio a meno, sbattitore e frullatore. Quelli che hanno segnato l'arrivo del progresso. Si sono evoluti, hanno fatto la loro strada, ma di quello che è venuto poi, lei non ne ha voluto sapere. E nonostante io provi continuamente a portarla sulla strada della facilitazione casalinga, niente, non c'è verso, lei è rimasta addietro. 
A casa nostra, da quasi trent'anni ormai, non c'è mai stato posto per una lavastoviglie, perché la cucina è di dimensioni limitate. Indi per cui, da noi si lavano sempre e dico sempre i piatti a mano. E va be'.
Il tostapane è stata una mia invenzione di 7/8 anni fa; ce n'era già uno arrivato coi regali di nozze, ma era uno di quelli che hanno le pinze per la fetta di pane, mentre a me piaceva vedere quel saltino che solo la molla può regalarti. Comprato a circa 19 euro al negozio, lo uso solo io. Lei il pane lo tosta nel camino, se è acceso, oppure me lo chiede, ma da sola non lo fa.
La macchina del caffè? Di quelle a casa siamo già alla seconda. Risiede in un angolino (l'unico disponibile, a dire il vero) accanto al piano cottura, ed è a cialde. Ma se non l'avessi ordinata io, così come se non fossi stata io a richiedere la prima, regalata per un anniversario di matrimonio, non l'avremmo di certo avuta. Noi, solo moka usiamo.
L'aspirapolvere? La prima la comprò mio fratello per aspirare la macchina, dopodiché io la trasferii a casa usandola fino a necessità sopravvenuta in cui serviva nell'altra casa. E l'ho sostituita pochi mesi fa con una bella Colombina azzurra. Mai, però, che le sia venuto in mente di adoperarla per le pulizie quotidiane. Scopa  e panno di lana, oppure scopa e Swiffer, oppure solo scopa. "Ma', perché non usi l'aspirapolvere anziché perdere tempo e fatiche?", le chiedo regolarmente, e lei regolarmente risponde: "Perché mi sa scomoda". Caz. Se è scomoda l'aspirapolvere, andiamo bene. E pensare che io la vedo come chili e chili di lanugine in meno, come una dea del sabato mattina che ti permette di vedere uno spiraglio di sole e di risparmiare nel tempo quintali di stracci. E va be', anche qui.
Il condizionatore non serve. Al massimo mi sono concessa un ventilatore per la canicola d'agosto, ma di certo si preferisce aprire porte e finestre anche a 40 gradi "per far circolare l'aria".
Il frullatore, anzi per essere precisa, il robot da cucina, ha conquistato un posto accanto alla macchina del caffè solo qualche tempo fa. E ogni tanto, devo essere onesta, viene anche utilizzato: lei riesce addirittura a grattugiare il parmigiano lì. O a tritare la carne. E beh, niente non è, si dice a Terni. E lo stesso vale per il minipimer, utilizzato solo per passare il minestrone bollente.
Il bollitore? Per carità. Che Dio ce ne guardi bene. Che serve a poco lo so anche io, che però lì è proprio carino...anche questo lo so.
Ultima mia scoperta, che tutto sommato sta dando le sue soddisfazioni in casa, prima di vedere quanto inciderà sulla bolletta, la macchina del pane. Mia madre arriva anche a dire "Non l'ho usata perché mi piace mangiare anche quello che prendiamo alla panetteria, di pane". Alé.

Guardando la schiera di elettrodomestici con cui ho stra-riempito ogni cantuccio utile della cucina, mio padre dice ridacchiando: "Non so come ma riesci a farcele entrare tutte, queste cazzate", mentre dalla mamma vengo sempre accolta con un rassegnato: "E mo' vojo vede' questa do' la mettemo".
Io lo so dove metterla, perché il posto lo trovo sempre. E nella mia mia casa avrò pure un cesso in meno, ma devo avere un piano di 12 metri con mille prese Schuco e kilowattaggio industriale per esporre in bella vista tutte le cazzate che userò per cucinare. Ecco.