lunedì 31 ottobre 2011

Dal diario di Simone


Felice che anche qualcun'altro si diverta a scrivere, come faccio io, delle emozioni.

Felice di aver trovato l'e-mail di Simone, stamattina, e di avergli suscitato sabato sera queste emozioni (dico la verità: in un primo momento ho pensato Oddio, è fatta, questo s'è innamorato di me, e adesso???, ma poi ho fatto una marea di risate). Grazie per il contributo!!!

Simone, io e te qualche rotella ce la siamo persa il giorno della laurea!!!

Dal diario digitale di Simone:

Caro diario,
ieri è stata per me una serata molto particolare.
Sembrava tutto normale, una cena tra amici in un ristorante carino e raffinato, tra qualche risata e il raccontarsi le ultime novità.
Stava per iniziare l'aperitivo, me lo ricordo bene, quando inaspettatamente ho sentito una voce: "Stai bene vestito così!".
Stavo parlando con M., ma quelle parole erano di una ragazza, e vicino a lui c'era solo Noemi. Se quelle parole non avessero avuto quel significato avrei pensato che a parlare fosse stata lei!
L'ho guardata velocemente, e subito dopo mi sono girato a fissare M.
Come ha fatto a tenere nascosto per così tanto tempo le sue qualità di ventriloquo?
Era stato perfetto. La voce, il timbro, il tono, ogni cosa.
Ero leggermente confuso, così ho chiesto "Come? ".
Ed è stato in quel momento che ho sentito ripetere la stessa frase, ma incredibilmente è stata Noemi a dirla! L'avevo vista con i miei occhi!
Quasi non ci credevo! Ero a bocca aperta e con gli occhi sbarrati. La mia felicità e la mia autostima hanno cominciato a crescere vertiginosamente, soprattutto quando ho capito, per logica, che è stata sempre lei a dire la prima frase.
Noemi che mi fa un complimento, e che lo ripete pochi secondi dopo, come a sottolineare che non si è trattato di un errore.
Dall'emozione sono riuscito a malapena a ringraziarla.
Ero certo che non aveva bevuto, nessuno lo stava facendo. Era bastata la visione di un rosato a farla cambiare in modo così radicale? Era un prosecco, ma pur sempre un rosato!
Che la miracolosa sparizione dell'ernia c'entri qualcosa? Cosa le sarà successo?
Poi ho pensato che erano domande che avrebbero potuto rovinare quel momento, che sarebbe stato meglio non pensarci.
Però dentro di me capivo che qualcosa non andava, c'era un'idea che cresceva nella mia mente e un nuovo stato d'animo che prendeva il sopravvento: quell'attimo non l'avrei mai più rivissuto, e tutto sarebbe tornato alla normalità.
Sono stati quelli i miei 15 minuti di celebrità di cui parla Warhol? Li ho già vissuti?
Mi sentivo come i Jalisse mentre cantavano la canzone vincitrice, l'ultima serata, dopo essere stati premiati.
Così mi domando: quanto è positivo vivere questi momenti?
Quando si raggiunge un apice si può solo godersi il momento, quell'intervallo.
Si, perchè l'essere consapevoli che non sarà sempre così crea inquietudine, che paradossalmente non ti fa apprezzare quello che si sta vivendo.
È positivo solo se non ci si culla troppo, coscienti che si è trattato solo di un attimo, e di non interpretarlo come un nuovo inizio.
Ho dunque deciso di prenderlo solo per quello che è stato. Un complimento.

mercoledì 26 ottobre 2011

Posta certificata per tutti

E sta' tranquillo, che di sicuro vengo da te ad attivare la posta certificata. Bella figura!!!



giovedì 20 ottobre 2011

Censimento 2011

Complimenti, Italia, per il grande passo in avanti. Finalmente qualcosa di informatizzato, gli impiegati avranno meno cartacce da guardare. Forse.
Eppure qualcosa che non mi convince c'è.
Nella mia mente, che ragiona per immagini molto più spesso di quanto io pensi, si è formato una sorta di diagramma/organigramma/programmino nonché proposta per la gestione aziendale dello stivale. Facendo un po' alla moda dei giudici.

Premesso che: 

- l'Italia è in crisi economica e il governo non ha manco due euro da parte e deve aumentare l'IVA al 21% -ma può permettersi auto blu e 40 giorni di ferie (ops, sto andando fuori tema)-;
- in Italia ci sono moltissimi disoccupati o anche assunti per un anno nel Servizio civile;
- i moduli dell'ISTAT per la compilazione sono arrivati a tutti in formato cartaceo;
- servirà del personale per l'elaborazione dei dati;

mi chiedevo oggi:

quanto costa in toto un plico contenente i moduli del censimento? La butto lì: 1 euro a plico, spedizione inclusa?  Diciamo 1 euro, cifra tonda fittizia, magari sbaglio, ma va be', ma di carta ce n'è parecchia.
I moduli possono essere compilati anche via Web, ergo il plico va a finire nella spazzatura. E ciò corrisponde a 1 euro buttato.
Quante famiglie (vere o presunte, io ad esempio sono una famiglia fake) lo ricevono? A casa mia mia, e non quella come la intende il censimento, ne sono arrivati tre. Tre residenze diverse per un domicilio unico. 3 euro.
Il mio euro è già finito nel cestino.
Quello della mamma+fratello ci finirà presto.
Quello di mio padre probabilmente tornerà in Comune.
2 euro finite nel cesso contro 1 euro che torna indietro. Buona media direi.

Propongo quanto segue:


risparmiamo i soldini del censimento partendo dal plico. Spedendo ad esempio una raccomandata a casa in cui avvertiamo che il censimento va compilato solo online, e che c'è una sanzione (come d'altra parte già esiste) per chi non lo fa.
Investiamo il resto dei soldini per dei contratti a progetto in modo da far guadagnare qualche disoccupato?
Oppure sfruttiamo i ragazzi del servizio civile che non sono impegnati in progetti particolari (e so di molti che non lo sono e scaldano la sedia degli enti).
Programmiamo delle visite a casa di chi non può o non sa compilare il censimento online.

Una buona organizzazione ottimizza i costi ed evita gli sprechi. E fa felice qualcuno dandogli qualcosa da fare, anziché lasciarlo a casa sull'orlo della depressione. Senza contare il fatto della bellezza del contatto umano quando ci si rende utili per qualcuno, che magari è anche felice di ricevere visite in casa visto che è solo.

Una buona organizzazione. Che purtroppo non appartiene all'Italia.

P.S.: una volta elaborati i plichi che tornano indietro, li accumulano tutti e ci fanno un falò nel tunnel tra il Cern e il Gran Sasso?


lunedì 17 ottobre 2011

Bialetti 2 tazze in protesta

La mia riot-caffettierina
Anche le caffettiere si ribellano.
No?
Come no.
Chiederle cortesemente di farmi un caffè dopo averla relegata da maggio in un angolo buio nell'armadietto delle pentole non ha sortito alcun effetto. Sono stata gentile. L'ho chiamata Caffettierina. Niente. Avrà pensato "Fa' pure, ma io non collaboro".
Tutti i torti non li ha, in fondo: è stata spodestata in quattro e quattr'otto, dopo mesi di operoso impegno, dalla modaiola Cialda che ormai aveva conquistato il consenso di tutti.
Cialda ora non c'è, e Caffettierina s'è ribellata.
Ti stimo Caffettierina.

venerdì 14 ottobre 2011

La differenza tra me e te


Ma se un bel giorno affacciandomi alla vita
tutta la tristezza fosse già finita
io verrei da te.


Celebrazione di un nuovo e da me attesissimo disco di Tiziano Ferro, nato sotto il segno della Bilancia. 

mercoledì 12 ottobre 2011

Della stomatite infantile

Oggi posso dare un merito a Facebook, strano ma vero. Perché grazie a un'amica ho avuto flash di ricordi spiacevoli, ma anche lo spunto per un post. La tipa in questione ha pubblicato un vecchio spot del galletto Vasleuplga (non voglio dare la parola chiave a Google per regalare pubblicità al marchio, ma il nostro cervello lo riconosce lo stesso) in cui tutti i commensali felici cantavano, col microfono e seduti a tavola, che quello era il pollo più buono di sempre.
Io quel maledetto galletto me lo ricordo per ben altri motivi, nella fattispecie: stomatite aftosa infantile (andatevela a cercare).
Avrò avuto sì e no otto anni e soffrivo come un cane per la febbre e perché quelle maledette bolle in bocca e sulla lingua mi avevano praticamente tolto ogni possibilità di cibarmi di alimenti diversi dal tè con biscotti spappolati, dal gelato o dai frullati insipidi che mandavo giù a fatica. Sì, perché i cibi troppo saporiti andavano tassativamente evitati: tra le varie cause della stomatite, infatti, può esserci anche un consumo eccessivo di cibi piccanti o acidi, almeno così mi dissero, e io ero un'incontenibile aficionada del salame.
A parte il dolore e le possibili quanto improbabili imprecazioni di bambina (forse dicevo "porca paletta!", o forse piagnucolavo e basta), io ricollego quella settimana di tribolazioni alla compagnia continua di mia nonna, a una tuta verde e a tantissima tivù (qualcosa dovevo pur fare). In particolare, ho il ricordo del galletto Vasleuplga. Non dimenticherò mai quella bestia di pubblicità su Canale 4+1 (il conto fatevelo), in cui qualcuno usciva dalla cucina con un piatto fumante e lo portava a tavola a un uomo aitante che esclamava: "Non ho mai visto una coscia così soda!".
A quella pubblicità seguiva un'acquolina in bocca notevole, che mi faceva anche quella male per le bolle, diamine, e il viaggio ripetuto da mia nonna che se ne stava quasi sempre in cucina, per dirle: "No', appena guarisco ce lo facciamo quel polletto, vero?", con lei che rispondeva pacifica: "Ma che quello, quello è finto, ti cucino uno dei nostri che è bello tosto".
Ecco, io ora non riesco a rintracciare quella pubblicità nemmeno su YouTube, e questo mi scoccia assai. Grazie, però, amica di Facebook, per il ricordo nostalgico/bittersweet.

sabato 8 ottobre 2011

Dell'onestà



October 8th Song. Buongiorno!


La canzone di un uomo probo. Forse Silvio l'ha ascoltata parecchio e ci ha riflettuto su.
Chissà se l'ha portata anche come intrattenimento alla festa di compleanno di Putin.

sabato 1 ottobre 2011

Dei criaturi


Non che pensi ai bambini. Insomma, non ancora, ecco.

Mi cadono le braccia, però, a sentire nonne che li trattano come bambolotti rincoglioniti, ripetendogli tutto il giorno le stesse identiche e uniche parole.
Naomi ha un anno compiuto da pochi giorni ed è una bellissima pallocchetta di bambina, ha capelli neri e corti con ciuffi che vanno per i fatti loro e una determinazione nel pianto che mette quasi paura. Vuole stare sempre in braccio o urla, o vuole trangugiare cubi di parmigiano reggiano come una mietitrebbia, o urla.
Ma si sente ripetere tutto il giorno solo quattro parole cantilenate: "Na-o-miiiii! Cu-cù! Cu-cù! Chi èèè? Mam-maaaaa!". 

Io una soluzione la propongo. Forse provando a incollare Naomi con del Bostik al pavimento, con un pupazzo e con la tivù accesa su Boing, fornendole chili di cubi di formaggio come pop-corn, la nonna si riposerebbe le braccia e la voce e Naomi amplierebbe il suo lessico, iniziando finalmente a parlare...