mercoledì 5 dicembre 2012

La vita è un ciclo, ma l'amore ne è alla base

La vita gira, si torna da dove si è partiti. Ma quando c'è l'amore è tutta un'altra storia.
Scrutatrice al seggio delle primarie del centro-sinistra, domenica 2 dicembre 2012 ero seduta al tavolo e controllavo i fatidici albi elettorali delle primarie, per assicurarmi di far votare secondo regolamento. Purtroppo ho visto molti over 50 e troppo pochi giovani, una realtà che fa capire quanto il vero cambiamento, se mai ci sarà, sia ancora distante anni luce.

Sopra ogni politica, però, si è manifestata ancora la più bella delle cose, un grande, grandissimo gesto d'amore.

Due uomini entrano nella stanza a braccetto. Uno ha quasi sessant'anni e aiuta nel deambulare l'altro, suo padre, evidentemente sopra i novanta, che cammina con un bastone a passi piccoli e attenti, con l'andatura prudente di chi, dopo quasi un secolo di vita, sa che è meglio evitare ogni piccolo inciampo. Il figlio si avvicina, porge il suo documento, ritira scheda e matita, poi fa: "Mi dareste qualcosa per far votare lui?", indicando il padre. In quanto membri del seggio, tutti rimaniamo basiti e lo guardiamo con aria dubbiosa: non avendo documenti o tessera elettorale non possiamo farlo votare. "Ma una cosa così, per farlo votare, un foglietto e una penna...". Guardiamo il babbo e capiamo all'istante: lui non può più votare perché a quell'età le condizioni di salute mentale non lo assistono più, ma non ha voluto rinunciare a farlo. Porgo al figlio un pezzo di carta e una biro blu, lui disegna due cerchi vuoti e dà il foglietto e la penna a suo padre, che li prende e gli chiede: "Come devo fare?". "Fai un segno su uno dei due, papà -risponde il figlio- tanto è lo stesso: vanno bene entrambi". "Scrivo oppure faccio una croce?", continua il padre, "Così andrà bene?" "Scegli tu, papà, basta che metti la croce e qui al seggio lo capiscono". E noi, dalla nostra, cerchiamo di dargli istruzioni per rendere la scena più veritiera possibile.
Il figlio imbuca velocemente la sua vera scheda senza farsi notare troppo, poi va dal babbo che ha ancora la scheda in mano, gli chiede se ha scritto, prende la scheda, la piega e la porge a uno scrutatore ringraziandoci tutti ad alta voce. "Abbiamo già fatto?", chiede il padre che ottiene la nostra risposta affermativa arrivata quasi in coro. "Ah! Ci è voluto così poco", fa. "Pensavo fosse una fila lunga e invece ci ho messo proprio un attimo. Grazie tante e arrivederci a tutti!", chiude, poi si volta per uscire ma non si orienta e non trova la porta, quindi suo figlio lo riprende a braccetto e con dolcezza estrema dice: "Da questa parte papà, è questa la porta". Si avviano e salutano di nuovo.

Il papà ha cresciuto il figlio con tanto amore, e oggi gli viene restituito. Il figlio che da piccolo faceva finta di votare perché non sapeva leggere si ritrova oggi a mettere in scena la stessa pantomima, ma all'inverso, con chi gli ha insegnato a tenere la penna in mano. A portarlo con sé anche se avrebbe potuto più facilmente lasciarlo a casa.
Se non è amore questo.

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